Scheda Cernusco S.N.: valutare e verificare nel I ciclo


 

Anno scolastico 2008-2009

PROMEMORIA SULLA VALUTAZIONE-VERIFICA

NELL’AURORA BACHELET

 

a cura di Rosario Mazzeo

 

1.VALUTARE …... 3

VALUTARE NON È …... 3

 

2 - VERIFICARE.. 4

2.1 - TIPOLOGIA E CARATTERISTICHE DELLE VERIFICHE.. 4

2.2 - SCOPO E FUNZIONI  DELLA VERIFICA.. 4

2.3 - COSTRUIRE  VERIFICHE.. 5

Errori da evitare 1. 5

2.4 - SOMMINISTRARE LA PROVA.. 5

Errori da evitare 2. 5

2.5 – CORREGGERE LA VERIFICA.. 6

Errori da evitare 3. 6

2.6 –  PARAMETRI  DI  VALUTAZIONE   (MISURAZIONE). 6

Errori da evitare 4. 7

2.7 – ATTRIBUIRE I VOTI 7

Errori da evitare  nell’assegnazione del voto 5. 8

2.8 - PERSONALIZZAZIONE/DIFFERENZIAZIONE.. 8

 

3. PROBLEMI APERTI. 8

GIUDIZIO GLOBALE.. 8

VALUTAZIONE PERIODICA.. 8

PORTFOLIO E VALUTAZIONE.. 8

VALUTAZIONE E RAPPORTO CON LA FAMIGLIA.. 9

VALUTAZIONE DEL COMPORTAMENTO DEGLI STUDENTI 9

INDIVIDUAZIONE DEGLI INDICATORI NELLE SINGOLE DISCIPLINE.. 9

 


 

 Premessa

Valutare- verificare (accertare)- misurare – classificare - certificare …?

E’ necessario cogliere il significato e il senso di questi termini. Dalla confusione concettuale su di essi  nascono disagi, incomprensioni,  rigidità ed una pratica valutativa poco organica e poco coerente rispetto al progetto educativo producendo tra l’altro sprechi di tempo e di energia.

Il presente documento in progress è strumento per una comune chiarezza ed effettiva cooperazione tra docenti, genitori, bambini, ragazzi. Siamo convinti – come recita il POF - che la valutazione nei suoi aspetti di valorizzazione, misurazione, apprendimento, autovalutazione e comunicazione è opera di un soggetto educativo unitario, che si esprime nel Collegio, nel  Consiglio di classe e nella collaborazione scuola-famiglia.

Non è la prima volta che riflettiamo insieme sulla valutazione. Qui ci lasciamo ri-interrogare a partire dall’articolo 3 della Legge Gelmini mentre  rimandiamo  ai documenti:

 

  Natura, dinamica … della valutazione (2003-2005)

 

  Registro personale del docente  (2007)

 

  Guida ad un utilizzo corretto del libretto personale degli alunni (2007)

 

  Piano Offerta Formativa (2007)

 

  Lettera ai genitori delle prime medie – Lettera agli studenti di terza media


 

1.VALUTARE …         

1.È  dimensione fondamentale, quotidiana del gesto educativo e didattico. Non è un atto burocratico, né un fatto puramente tecnico. Come ogni altro atto didattico, rivela il docente: è comunicazione dell’io docente.

a)    Persegue il fine di apprendimento, di conoscenza, di introduzione nella realtà mediante l’istruzione. E’ necessaria, ma non è un fine.  E’ un atto dovuto al bambino, al ragazzo, alla famiglia, all’istituzione

b)   Riguarda l’esperienza: è espressione della verifica dell’esperienza, di ciò che avviene lungo il cammino dell’educare insegnando. Non riguarda l’avere, ma l’essere.

c)    E’ il momento della soddisfazione, del riconoscimento  e quindi espressione del livello di soddisfazione nell’apprendimento, nella conoscenza. 

d)   E’ un momento in cui s’impara. Impara l’insegnante, la classe, l’alunno (e anche il genitore).

e)    Offre inoltre alle famiglie la possibilità di avere un quadro più esauriente della situazione formativa in quel particolare momento dello sviluppo personale del figlio.

2. E’ punto di vista globale, momento di sintesi (del singolo insegnante e del consiglio di classe) che illumina i passi compiuti e da compiere.

3. E’ un processo innervato nella relazione educativa e nella programmazione didattica, di cui è variabile dipendente. Un  processo  dinamico e continuo, collegiale e trasparente  di valorizzazione, controllo, misurazione (di raccolta informazioni, di interpretazione, di registrazione),  formulazione del giudizio,  comunicazione di esiti ottenuti, autovalutazione.

4. E’ un sistema complesso ed aperto  di verifiche in ordine al lavoro (contenuti, obiettivi, metodi) effettivamente compiuto. 

5. E’ raccogliere informazioni, formulare giudizi e  prendere decisioni.  La valutazione consiste in una raccolta d’informazioni (sistematiche, rigorose, rilevanti e appropriate)per una decisioni adeguate in funzione di obiettivi definiti. Non valutiamo per misurare, ma misuriamo per valutare cioè per valorizzare (riconoscere e far riconoscere il valore di) un’esperienza di apprendimento. 

¡     Dare peso alla situazione complessiva di uno studente, senza essere giocare allo psicologo o al sociologo. A noi interessa guardare con rispetto e simpatia tutto quello che fa e dice l’alunno. Da insegnanti, non da psicologi, genitori… Da adulti, non da compagni. Da educatori, non da giudici che vedono gli alunni come imputati.

¡     Valutare dà origine al recupero (di comprensione, di conoscenza, di acquisizione, di energia). Valorizzare lo studente è infatti  avere davanti la prospettiva che lo attende

¡     Non barare sugli esiti negativi, ma trovare sempre il punto su cui gli studenti si possono appoggiare per una ripresa del cammino.

VALUTARE NON È …

ÿ Definire gli alunni e, quindi, credere di conoscerli sempre e comunque.

ÿ Fissarsi su schemi, fermarsi alle impressioni. Chi valuta non dovrebbe escludere niente.

ÿ Prestare attenzione  solo ad alcuni fattori  (solo cognitivi, solo sociologici, solo affettivi).

ÿ Assegnare un voto e basta.

ÿ Basarsi sull’aneddoto, sul pettegolezzo.

ÿ Assumere una posizione negativa o penalizzante, vendicativa nei confronti del ragazzo dimenticando che valutare è cercare ciò che vale. Scandalizzarsi sui risultati. Non è la resa dei conti.

ÿ Umiliare chi viene valutato sentendosi “potenti” per il solo fatto che l’altro è debole.

ÿ Considerare e praticare la  valutazione come sanzione, classificazione, , fonte di ansia.

ÿ Evitare l’autovalutazione del docente, negare il coraggio critico sulla propria professionalità.

 

2 - VERIFICARE

1.      Verificare vuol dire «stabilire se il fatto si avvicina al suo valore». E’ provare a vedere se, come , quanto, sia ( stia diventando) “vera” la proposta di apprendimento.

2.      “Fare” una verifica è scattare una "fotografia" dell'alunno in un certo periodo, a seguito di un certo lavoro. Si tratta di una fotografia istantanea, che intende mostrare un momento dopo attenta osservazione, in un certo contesto, in vista di certe decisioni. Per questo il giudizio è sul lavoro compiuto effettivamente ( è sull’unità di apprendimento). Non è mai sul ragazzo, ma sulla sua prestazione.

3.      E’ azione della valutazione la cui specificità consiste nel pronunciarsi su una situazione osservata per promuovere l’alunno.

2.1 - TIPOLOGIA E CARATTERISTICHE DELLE VERIFICHE

1.      Ci sono verifiche scritte (test oggettivi - test saggio), orali  e pratiche. Possono essere  formative o  sommative. All’inizio, durante e al termine di unità di apprendimento. Variano a seconda della materia, dell'argomento e degli obiettivi a cui si riferiscono Ognuno esse ha i suoi punti di forza e di debolezza. Non tenerne conto significa influenzare negativamente la qualità dell'apprendimento e soprattutto del metaapprendimento.

2.      Ogni prova (anche l’interrogazione) deve rispondere ai requisiti della validità (chiarendo ciò che si vuole rilevare), della costanza (i criteri di valutazione non devono mutare), della chiarezza (devono essere leggibili dagli alunni senza equivoci), della coerenza coi valori di fondo dell'educazione proposta, della pertinenza ed efficacia didattica, della varietà. Dovrebbe essere inoltre opportunamente calibrata (domande correttamente formulate  e tempo concesso sufficiente),

3.      Le prove sono preparate, proposte, corrette e valutate dal singolo docente in sintonia con i criteri, i tempi e le modalità delle verifiche degli altri colleghi.

 

 

Distinguere le verifiche (interrogazioni,compiti in classe…) e le esercitazioni (a casa e in classe).

La verifica è alla fine di un percorso.

L’esercitazione riguarda i passi del cammino,  il ritmo del lavoro. E’ allenamento più che gara.

Le verifiche riguardano  un intero (UA

Le esercitazioni riguardano particolari.

 

Sono personali, originali, puntano  alla competenza, alla rielaborazione.

Puntano al recupero, al consolidamento.

Le verifiche sono valutate con giudizi espressi anche in numeri.

Le esercitazioni vengono valutate con un giudizio verbale motivato.

 

2.2 - SCOPO E FUNZIONI  DELLA VERIFICA

  1. Verificare è metter(si) alla prova. La verifica è dimensione della valutazione, non viceversa.
  2. Mettersi alla prova significa conoscersi di più. Mettere alla prova è accompagnare l’alunno a iniziare (approfondire, concludere) una storia di apprendimento.
  3. Le verifiche non hanno tutte lo stesso scopo e quindi lo stesso  peso. Quelle iniziali,per esempio,  hanno carattere diagnostico: vanno corrette e valutate, ma non misurate. Le prove in itinere hanno una valenza diversa a seconda del tipo, del periodo, della pertinenza disciplinare, degli obiettivi di apprendimento selezionati. Le verifiche finali attestano il raggiungimento di obiettivi più articolati, connessi a unità di apprendimento ampie.  Docente, alunni e genitori devono essere consapevoli  sia degli scopi, della specificità e del  valore di ciascuna prova, sia della funzione generale di ogni verifica
  4. Funzione della verifica è accertare il raggiungimento, da parte dei singoli allievi, dei livelli di preparazione e assegnare al singolo allievo un voto, che possa fare da segnale lungo il cammino verso la meta da raggiungere.
  5. Scopo della verifica è far imparare (con metodo). E’ promuovere un apprendimento significativo, critico, sempre più autonomo.

2.3 - COSTRUIRE  VERIFICHE

1.      La verifica, in quanto rilevazione (più o meno formalizzata) degli apprendimenti (conoscenze ed abilità) e delle competenze,  deve essere preparata in modo che tutti gli alunni della classe possano superarla con soddisfazione e profitto.

2.      Bisogna costruirla in modo tale che ci sia l’essenza e il rigore della disciplina nei termini offerti agli alunni e presumibilmente appresi.

3.      Più viene curata nelle sue fasi (preparazione, somministrazione, correzione, giudizio)  meglio si possono prefigurare, determinare, graduare e valutare i risultati, in riferimento ad una "scala" di valori predefinita.

     Per strutturare una prova in modo adeguato ai fini della valutazione occorre

4.      evidenziare gli obiettivi di apprendimento perseguiti nelle quotidiane attività didattiche e presumibilmente raggiunti dagli alunni in un certo periodo (vedi UA),

5.      determinare il numero, la tipologia, la difficoltà di esercizi (o  input) che si considerano ottimali rispetto alla classe e ai singoli alunni,

6.      stabilire i tempi di realizzazione della prova,

7.      definire le modalità di attribuzione del punteggio (ad esempio: 2 punti per ciascuno esercizio esatto) e i criteri in base ai quali viene assegnato il voto ( da 4 a 10),

8.      avvertire gli alunni dei tempi,dei modi, dei criteri di somministrazione della prova, evitando di favorire ansia di prestazione e quindi fuga dal compito (esempio: assenza strategica, copiature),

9.      contemplare anche item che siano input per risvegliare consapevolezza del come l’alunno sia preparato e delle difficoltà incontrate. Ciò ai fini dell’autovalutazione personale e, quindi, del miglioramento del metodo di studio. Esempio di domande che possono aiutare lo studente a prendere consapevolezza del suo lavoro: “Come ti sei preparato? Quali difficoltà hai incontrato? Come l’insegnante avrebbe potuto aiutarti?”

Errori da evitare 1

¡     Costruire la verifica all’ultimo momento, magari la mattina stessa.

¡     Prendere e copiare verifiche da testi senza aver vagliato la corrispondenza, la pertinenza, l’adeguatezza ai contenuti e ai modi del lavoro svolto in classe.

¡     Consegnare agli alunni fogli-prova poco dignitosi ( disordinati, scritti un po’ a penna e un po’ a macchina ..), poco adeguati ( per esempio, negli spazi in cui scrivere …)

¡     Contemplare solo un tipo di test ( per esempio, vero/falso).

¡     “Fare” interrogazioni scritte senza poi correggere la prova per quello che è: comunicazione scritta su un argomento di studio.

N.B. Anche l’interrogazione deve essere progettata, preparata, svolta e valutata in ogni suo aspetto (Vedi documento 2003).

2.4 - SOMMINISTRARE LA PROVA

La verifica (o compito in classe) è un momento di apprendimento. E’ un momento di lavoro “bello” ed utile a ciascuno e a tutti. Solo in quest’ottica curare la disposizione dei banchi per “evitare tentazioni di copiatura”. Per questo all’inizio della prova l’insegnante è a disposizione per aiutare a capire le consegne del compito, rispondere eventualmente ad alcune domande, poi gli studenti devono fare da soli.

Errori da evitare 2

¡     “Fare” verifiche ( e compiti) per castigo. Non è contro gli alunni. Per questo mai  minacciare con il ricorso a verifiche o interrogazioni. Né somministrare verifiche improvvise ( o compitini a sorpresa). Ciò che noi proponiamo non è mai una punizione, una fregatura, ma un’occasione per conoscere e imparare, migliorarsi.

¡     Ricorrere al cosiddetto recupero delle verifiche.

 

2.5 – CORREGGERE LA VERIFICA  

La correzione è il momento in cui il docente diventa testimone dell’apprendimento, sostiene l’alunno nella motivazione e nella consapevolezza delle modalità e dei risultati del lavoro, comincia a valutare l’insegnamento. E’ un processo interattivo tra allievo e docente.

Potremmo distinguere tre  momenti in una correzione della verifica:

A- Lavoro personale da parte del docente

1.      lettura ed individuazione dei punti di rendimento rispetto agli obiettivi della prova,

B-  Lavoro  comune (di revisione e correzione vera e propria) tra docente, alunno, classe

C- Attribuzione del voto e del giudizio

2.      assegnazione del punteggio secondo criteri prefissati

3.      raccolta dei punteggi ottenuti da ogni alunno in una tabella ( ed eventuale trasformazione in percentuali)

4.      comparazione dei punteggi alla scala di valori predefinita (nella quale sia anche stabilito il livello minimo accettabile, cioè il valore di "sufficienza")

5.      si rapportano i punteggi alla scala di valori predefinita (nella quale sia anche stabilito il livello minimo accettabile, cioè il valore di "sufficienza")

6.      si assegna  il voto e si dà il giudizio discorsivo costruttivo  (vedi documento già consegnato). Nelle verifiche scritte ( o pratiche) il giudizio deve essere scritto.

D- Consegna delle verifiche

7.      Le verifiche vengono consegnate personalmente a ciascun alunno sottolineando eventuali errori, i passi compiuti e fornendo suggerimenti sui futuri passi da compiere..

8.      Durante la lezione successiva alla provasi procede alla correzione collettiva della prova e l’insegnante risponde ad  eventuali domande e dubbi.

Errori da evitare 3

·        Correggere in classe il compito  oltre la terza lezione rispetto al giorno della verifica

·        Consegnare il compito agli alunni dopo 10 giorni rispetto alla verifica

2.6 –  PARAMETRI  DI  VALUTAZIONE   (MISURAZIONE)

Valutare non significa innanzitutto ed esclusivamente misurare, bensì esprimere un giudizio motivato sul percorso dello studente e proporre passi concreti per il recupero, il consolidamento e l’approfondimento dei contenuti e dei metodi di conoscenza. Al fine di dare indicazioni ragionevoli su tale cammino conoscitivo a ciascuno studente occorre che l’insegnante

·        sia consapevole degli obiettivi essenziali (cioè imprescindibili, fondamentali) della propria disciplina;

·        curi la leggibilità e la chiarezza dei criteri di valutazione secondo la programmazione delle UA . La precisione dei voti dipende dai criteri;

·        fissi una scala semplice e significativa  di rubriche valutative delle sue materie

·        sappia che la misurazione valorizza, mettendo in luce progressi, punti di forza, senza nascondere le debolezze

 

GIUDIZIO

DESCRIZIONE DEL GIUDIZIO

VOTO IN DECIMI

 

obiettivi non raggiunti, le lacune sono molto gravi

4

non sufficiente

obiettivi non raggiunti

5

sufficiente

obiettivi parzialmente raggiunti

6

buono

obiettivi essenziali raggiunti

7

distinto

obiettivi pienamente raggiunti

8

ottimo

obiettivi pienamente raggiunti e personalizzati

9

 

segnalazione di eccellenza

10

 

NB. Il  4 è da usarsi preferibilmente in itinere,  solo per sottolineare una grave lacuna di conoscenza o di metodo e va accompagnato tempestivamente da precise indicazioni di recupero. Solo nella scuola media. Il 10 segnala prove eccellenti. Nella “pagella” il 10 indica particolari capacità e risultati dell’alunno  in un una data disciplina.

Errori da evitare 4

·        Mitizzare l'oggettività. Il punto focale della scuola è la relazione didattica:  l’allievo non è un autodidatta, l’insegnante non è un semplice    assistente al lavoro, né un burocratico controllore (esattore), né un giudice assoluto che non deve rendere conto a nessuno.

2.7 – ATTRIBUIRE I VOTI

L'insegnante mentre valuta l'apprendimento dei suoi studenti si muove all' interno di una cornice culturale in cui entrano in gioco tre livelli.  Il primo  livello è quello della cultura dominante, connotato da una competitività in cui trovano molto spazio le graduatorie e, comunque, il numero come elemento distintivo. Il secondo è quello  delle scienze dell'educazione e dell’esperienza educativa, in cui l'interesse  centrale è la crescita del soggetto, sottratta per statuto alle certezze delle misurazioni numeriche. Il terzo è quello sociale ed istituzionale con le sue legittime  esigenze di certificazione degli apprendimenti.

Nell’attribuire il voto dovrebbe tenere conto di questi tre livelli. Deve soprattutto tener conto della situazione concreta della classe, della storia e delle esigenze dell’alunno nell’apprendimento, del lavoro effettivamente proposto e svolto.

Che cosa è un voto?

I  voti sono indicatori sintetici e convenzionali dei passi documentabili in una determinata prestazione che gli alunni stanno compiendo verso l’acquisizione, l’assimilazione, la rielaborazione e l’utilizzo delle conoscenze, delle abilità e delle competenze.

Non sono la strada, tanto meno la meta. Si studia e si lavora per conoscere, per capire, non per essere valutati.

Il voto rappresenta una parola (espressione di un giudizio) detta in un contesto pubblico istituzionale su un percorso compiuto in un  certo periodo e in base ad una certa prova.

Scopo del voto

Con il voto intendiamo promuovere una maggior consapevolezza dei passi e delle ragioni dell’umano apprendimento, suggerire modalità e punti di ulteriore applicazione, favorire l’autovalutazione nel paragone con un giudizio. Non vogliamo catalogare gli alunni, ma stimolare alla responsabilità personale.

Il voto è momento-fattore di consapevolezza, conferma o meno dell’imparare (degli apprendimenti, del metodo di studio).

E riferimento concreto, visibile e oggettivo per l’ autovalutazione e quindi per continuare il percorso di apprendimento .

Assegnazione del voto

L’attribuzione del punteggio può essere attuata con procedure molto differenti.

Si può partire dalla più semplice, assegnando un punto alla risposta corretta, zero punti alla risposta sbagliata. Si  possono adottare procedure più elaborate, con diversi gradi di complessità. Ad esempio:  valutare le risposte con punteggi diversi (diverso peso) che tengano conto della difficoltà dell’item; penalizzare le risposte errate. Ciò che importa è che i criteri e le  modalità siano condivisi con colleghi, genitori, studenti.

1.      Il voto nella verifica va sempre espresso ed accompagnato con un giudizio costruttivo.

2.      Le esercitazioni, test, compiti a casa sono valutati non con voti in decimi, ma con indicazioni e giudizi volti a rendere consapevoli studenti e famiglie dei passi fatti o da farsi per acquisire un metodo di studio efficace e per apprendere i contenuti in modo sempre più personale.

3.      L’assegnazione del voto è atto di autorità ( non autoritarismo), gesto di amorevolezza, espressione di professionalità.

Comunicazione del voto agli alunni e alle famiglie

·        Il primo voto se lo danno gli studenti da soli: è la soddisfazione di vedere che hanno imparato, di accorgersi di sapere imparare e conoscere.

·        Favorire un'adeguata interpretazione del significato del voto per evitare che esso venga considerato parte di un sistema di valori e di cause legati meccanicamente e che debordano da contesti educativi.

Errori da evitare  nell’assegnazione del voto 5

·        Mettere in evidenza le difficoltà e non indicare prospettive positive di lavoro e di risultati

·        Evitare il +, il ½, il - . Ricordare che 5 + non è voto più preciso di 5. La misurazione rigida, censurando quel che non può quantificare, fa nascere l’ansia da prestazione

·        Al termine del trimestre-quadrimestre fissarsi sulla media. La valutazione nella scuola del primo ciclo deve tener conto che il metodo di studio è in formazione. Anche per questo il voto di fine periodo e di fine anno scolastico non può essere una media matematica dei voti presi nelle diverse prove. Occorre ponderare il cammino effettuato dallo studente ed esprimere un giudizio sugli obiettivi raggiunti.

·        Considerare la valutazione in modo meccanico.

2.8 - PERSONALIZZAZIONE/DIFFERENZIAZIONE

In una verifica il punto di arrivo (raggiungimento degli obiettivi) è lo stesso per tutti, ma gli studenti non stanno tutti sulla stessa linea di partenza. Perciò bisogna

a)      porre attenzione al cammino di uno studente più che al punto di arrivo;

b)     graduare la stessa prova più che somministrare prove differenziate. La prova è per una comunità, fatta di uguali e diversi, che è la classe. La verifica pertanto va costruita per stimolare tutti gli alunni che presentano diversi livelli: i primi esercizi (più semplici) sono destinati a tutti e mettono a tema i nodi essenziali; gli altri sono pensati soprattutto per gli alunni più brillanti.

 

3. PROBLEMI APERTI

GIUDIZIO GLOBALE

Anche se non previsto dalla nuova normativa il giudizio globale, in quanto espressione sintetica sull’andamento dello studente e veicolo di indicazioni sul cammino, verrà formulato anche nella scuola media. Certamente non verrà formalizzato e codificato come gli anni precedenti. Riguarderà aspetti generali relativi alla partecipazione, al metodo di lavoro, ai passi da compiere.

VALUTAZIONE PERIODICA

Tenendo conto di quanto precedentemente detto sulla valutazione e dei ritmi di apprendimento degli alunni “L’Aurora” suddivide il percorso annuale in quadrimestri,  la “Bachelet” in trimestri.

PORTFOLIO E VALUTAZIONE

·  Con il ritorno dei numeri il Portfolio diventa più utile di prima, se resta  uno strumento privilegiato per attestare e verificare i passi più significativi (memorabili) del percorso scolastico dello studente. In quanto documento dei processi formativi che accompagna lo studente nei suoi anni di scuola, è  l’occasione perché  egli insieme con la  famiglia e docenti possa rileggere la sua “storia” di apprendimento, puntualizzarne il cammino,  sotto il profilo formativo e didattico, anche nella prospettiva delle scelte future.

·  Il Portfolio è  compilato ed aggiornato dal docente di classe ( elementare) e dal  coordinatore-tutor, in collaborazione con tutti i docenti che si fanno carico dell’ educazione e degli apprendimenti di ciascun allievo, sentendo i genitori e gli stessi allievi, chiamati ad essere sempre protagonisti consapevoli della propria crescita.

VALUTAZIONE E RAPPORTO CON LA FAMIGLIA

“La valutazione è un punto “infiammato”, un nodo cruciale, un livello delicato del rapporto scuola – famiglia. Lo è nei suoi diversi aspetti (controllo, misurazione, giudizio), nei suoi vari momenti (compiti in classe, schede trimestrali, esami finali) per diverse ragioni (valori culturali, mentalità sociale, concezione della scuola, complessi ed identificazione psicologici, tipo di relazione con i docenti, ecc.). Deve diventare sempre di più risorsa educativa, momento di collaborazione per la conoscenza e la formazione dell’alunno, veicolo di approfondimento e di condivisione delle ragioni e dei modi del nostro far scuola. Per questo motivo occorre ricercare e favorire una concordanza di vedute sui fini e sulla dinamica della valutazione, far conoscere i parametri per la valutazione delle prove, applicare in modo coerente i criteri, utilizzare correttamente e tempestivamente il libretto scolastico, motivare ragioni e passi del giudizio e della correzione; non provocare mai la “disperazione educativa”, il senso di colpa; lasciare intravedere ipotesi di “successo formativo”; favorire il senso di stima verso il figlio; promuovere l’accoglienza e lo sguardo realistico verso il figlio. Strumenti sono gli incontri, i colloqui, le assemblee di classe” ( Documento 2003).

VALUTAZIONE DEL COMPORTAMENTO DEGLI STUDENTI

(art. 2 Legge Gelmini)

           In sede di scrutinio viene valutato il comportamento di ogni studente durante tutto il periodo di permanenza nella sede scolastica, anche in relazione alla partecipazione alle attività ed agli interventi educativi realizzati dalle istituzioni scolastiche anche fuori della propria sede

            Oggetto di valutazione è la condotta, il comportamento di lavoro e la partecipazione alla lezione. Sarà cura del docente, nella consapevolezza della dignità di ogni persona,  promuovere e registrare informazioni sulle seguenti voci della condotta: a) le relazioni con gli adulti e con i coetanei,  b) il rispetto di sé, delle persone, delle cose e dell’ambiente; c) l’ osservanza delle regole della scuola riportate sul libretto scolastico. 

           La valutazione del comportamento è effettuata mediante l'attribuzione di un voto numerico espresso in decimi. Il collegio docente della Bachelet delibera di utilizzare i seguenti numeri secondo i seguenti criteri.

 

GIUDIZIO

DESCRIZIONE DEL GIUDIZIO

VOTO IN DECIMI

buono

Obbiettivi non del tutto raggiunti

8

distinto

Obiettivi nel complesso raggiunti

9

ottimo

Obiettivi pienamente raggiunti

10

 

 

 

N.B. Non intendiamo enfatizzare il voto della condotta, perché la condotta non si misura. Ci interessa mettere in primo piano la cura della relazione autorevole nel rapporto docente-alunni-classe. L’autorevolezza è  alone della presenza dell’adulto che sa porsi  con un’autorità nel suo rapporto con gli alunni e nello svolgimento del suo lavoro.

INDIVIDUAZIONE DEGLI INDICATORI NELLE SINGOLE DISCIPLINE

Entro la fine del prossimo trimestre, riprendendo le piste di lavoro perseguite negli anni precedenti, ogni dipartimento disciplinare dovrà stabilire linee di lavoro comuni su ognuno dei punti presentati nel documento. In particolare dovrà prendere accordi su: costruzione delle verifiche, somministrazione e correzione delle prove, parametri di misurazione e attribuzione dei voti.

 

Cernusco S.N.  (Milano) -  2 dicembre 2008

 
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